In una giornata d’inverno bollente come questa, mi ritiro nella mia fiumana di pensieri. E mi chiedo dove si nasconda il senso di tanta meraviglia, quale sia la fonte di siffatta gioia. Che poi, davvero si può definire tale? Forse è più semplicemente una tristezza mascherata da allegria. E mi arresto riflettendo sul destino delle cose non dette, rendendomi conto che tutto ciò che non ho fatto è morto. E tragicamente gli occhi mi si riempiono di rimpianti e, perseverando nello sbaglio, volgo lo sguardo al passato senza comprendere che la scelta migliore sarebbe vivere appieno il presente. Gli uomini sono per natura accomunati dal fastidioso vizio di restare agganciati ai propri errori. Gridiamo novità, senza essere disposti a cambiare. Ci prefissiamo delle mete, convinti di fallire se non riusciamo a raggiungerle. Ma è davvero il “vincere” a renderci felici? Non sarà forse il “combattere” a farci sentire vivi? Cos’è che riempie le nostre vite? Arrivare al traguardo o saper di aver lottato con le unghie e con i denti per ottenere ciò che si desidera?


Immagine in artedigitale by ©Raffreefly