E ci sono angoli di vita; luoghi comuni del nostro essere, dove ci appare, quando siamo soli, ad occhi lucidi, forse la verità.
Esiste la comprensione vera?
Davvero possiamo sperare di far vivere ad un'altra persona parte del nostro vissuto emotivo? Quanto è rara e irreale tale possibilità? Quanto è cruda l'esistenza di chi non si permette tale illusione?
L'uomo è essenzialmente solo nell'intimo del suo silenzio?... O esiste qualche affinità capace di colmare il vuoto di questi silenzi con una carezza di surreale empatia? Come una mano che ti prende in un momento di vertigine dell'anima e senza parlare ti stringe, perché ti legge dentro.
La condivisione sembra necessaria per farci star meglio, l'isolamento delle volte peggiora la visione escludendo risorse che da soli non saremmo in grado di notare... Ma se veniamo traditi su quelle che sono le nostre intime confessioni, se ci vengono ritorte contro da chi speravamo ci fosse alleato in questa nostra lotta all'illusione, allora lì, perdiamo il desiderio di apertura all'altro, e perdiamo parte della nostra bellezza. Abbiamo caratteri unici, irripetibili... Ogni essere umano differente dall'altro. Per quanto io sia allergico al consorzio umano delle masse, penso che una delle medicine contro la malinconia dei giorni nostri sia la condivisione, la comprensione di chi con noi condivide la visione. Ci vuole gentilezza per accogliere le storie di chi, altro da me, mi si posa in grembo. La delicatezza di chi non pretende, ma sa attendere donando fiducia. Ci si sfiora a piccoli gesti per darsi speranza... È come un corteggiamento lento, senza la fretta di finire; la consapevolezza di avere per le mani qualcosa di unico che non si ripeterà facilmente. E allora si fa l'amore donandosi nudi, posando le maschere sul comodino e fronteggiando la paura dell'abbandono; ci si tocca dentro mentre il corpo trema per la bellezza dell'incontro. E passano le ore, e il tempo non si conta più, perde di senso dinnanzi alla meraviglia di quel piacere che arriva al corpo passando per la mente. Non succede spesso; succede quasi mai; ma deve succedere, a volte, per farci riprendere fiato.

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